Progetto " Scuole Aperte"
" Dalla Comunicazione alla Formazione
per una Cultura di pace."
2008 "Anno Europeo dei Diritti umani del Consiglio d'
Europa
e dell' Intercultura per l' U.E. "
CORSO DI FORMAZIONE IN DIRITTI UMAN
1948-2008 "60 anni di diritti umani"
Un percorso per formare i giovani
tra immagine, gioco e multimedialità
Premessa
Nell' ambito degli otto obiettivi di sviluppo del Millennio:
- Eliminare la povertà estrema e la fame: per il
2015 è possibile e doveroso dimezzare la percentuale
di persone che vivono con meno di un euro al giorno e quella
di chi soffre la fame.
- Assicurare l'istruzione elementare universale, garantendo
per il 2015 che le bambine e i bambini di tutto il mondo
siano nelle condizioni di poter accedere e completare le
scuole elementari.
- Promuovere la parità fra i sessi attraverso l'eliminazione
delle disuguaglianze ancora presenti nell'accesso all'istruzione
elementare e media entro il 2005 e per tutti i livelli di
istruzione entro il 2015.
- Diminuire la mortalità infantile, in modo da riuscire
a limitare per il 2015 di almeno due terzi, rispetto alle
ultime statistiche, il tasso di mortalità dei bambini
al di sotto dei cinque anni.
- Migliorare la salute materna, riducendo entro il 2015
di due terzi il tasso di mortalità materna.
- Combattere l'HIV/AIDS: la sfida è fermare e invertire
entro il 2015 la diffusione del virus HIV/AIDS.
- Assicurare la sostenibilità ambientale. Si tratta
di invertire l'attuale tendenza al depauperamento delle
risorse naturali. Ciò richiede l'integrazione dei
principi dello sviluppo sostenibile nelle politiche e negli
interventi di ciascuno Stato.
- Sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo, lavorando
ad un sistema finanziario e commerciale internazionale aperto,
equo, fondato su regole condivise che evitino le discriminazioni.
Il rispetto dei diritti umani fondamentali (acqua, cibo e
istruzione, ecc.) viene ribadito con forza dagli Organismi
Internazionali del sistema ONU e non solo. Nel 2008 ricorre
il 60 Anniversario della DUDU e si impone una riflessione
sullo stato dell'arte, rispetto e violazioni, ed un impegno
all'informazione e alla formazione dei giovani e degli adulti
(longlife learning).
Inoltre, l'assegnazione del Premio NOBEL per la pace ad Al
Gore per il suo impegno nella difesa dell'ecosistema terra,
ha riproposto con forza lo stretto rapporto che un'ecologia
del pianeta ha con l'ecologia della mente (Bateson), per la
costruzione di una cultura di pace e della coesione sociale.
Come si legge nella motivazione del Comitato di Oslo, Gore
in particolare ha fatto da ponte tra gli scienziati e il grande
pubblico: "Il suo forte impegno, testimoniato dall'attività
politica, le conferenze, i film e i libri, ha rafforzato la
lotta ai cambiamenti climatici: è probabilmente il
singolo individuo che più ha fatto per creare una maggiore
comprensione in tutto il mondo delle iniziative che devono
essere adottate", e prosegue: "Per lungo tempo è
stato uno dei più importanti ambientalisti fra gli
uomini politici", cosciente fin dall'inizio "delle
sfide che il mondo deve affrontare".
Un premio Nobel per la Pace all'insegna dunque dei cambiamenti
climatici: segno inequivocabile di una crescente presa di
coscienza dell'importanza dell'argomento, alla quale hanno
contribuito proprio i premiati, ovvero la Commissione Intergovernativa
dell'Onu (Ipcc), oltre che all'ex vicepresidente degli Stati
Uniti.
I diritti umani ed i giovani
La difesa dei diritti umani non è di competenza esclusiva
di leggi e normative giuridiche. Noi tutti, giovani compresi,
dobbiamo farci carico di promuoverli e di rispettarli.
Sulla base di questo principio inclusivo, nel 2000, in occasione
del 50° anniversario della Convenzione europea dei Diritti
Umani, ha preso avvio l'elaborazione del COMPASS.
Prodotto nell'ambito del programma di educazione ai diritti
umani con i giovani della Direzione Giovani e Sport del Consiglio
d'Europa, il manuale intende potenziare l'educazione ai diritti
umani a partire dai giovani attraverso attività e programmi
educativi centrati sulla promozione di un'uguale dignità
per ogni essere umano.
Allo scopo di interessare i giovani ai diritti umani, coinvolgerli
nella loro difesa in base alle loro capacità e creare
una coscienza positiva sui temi legati ai diritti, nelle rispettive
comunità, il testo propone un'ampia scelta di approcci
tematici e metodologici basati sull'esperienza, in ambito
di educazione non formale.
La versione italiana del COMPASS è disponibile dal
2004.
Metodologia
La metodologia utilizzata nel corso di formazione sarà
quella della peer-education, o educazione tra pari. Esempio
di "buona pratica", raccomandato dal Consiglio d'Europa,
rappresenta una strategia educativa volta ad attivare un processo
naturale di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze
da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di
pari status; un intervento, secondo questa prospettiva, che
mette in moto un processo di comunicazione globale, caratterizzato
da un'esperienza profonda ed intensa e da un forte atteggiamento
di ricerca di autenticità e di sintonia tra i soggetti
coinvolti. Questa pratica va oltre il momento educativo e
diviene una vera e propria occasione per il singolo adolescente,
il gruppo dei pari o la classe scolastica, per discutere liberamente
e sviluppare consapevolezze che nei momenti formativi tradizionali
non emergono.
Contenuti e struttura del corso.
Il corso di formazione in diritti umani si articolerà
in cinque moduli, per un totale di 20 ore.
Durante lo svolgimento del corso il livello di difficoltà
andrà salendo progressivamente: questo aumento interesserà
sia le attività pratiche affrontate dai ragazzi, sia
l'approfondimento dei contenuti, che richiederà maggior
senso critico-analitico da parte degli studenti stessi. Si
alterneranno dunque, in modo equilibrato, momenti "classici"
di lezione frontale ad approcci tematici ed operativi di Peer
education.
I primi due moduli verteranno sull'approfondimento di due
documenti ufficiali fondamentali nell'ambito dei Diritti Umani:
la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la Convenzione
sui Diritti del Fanciullo.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani fu adottata
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre
1948. I trenta articoli di cui si compone sanciscono i diritti
individuali, civili, politici, economici, sociali, culturali
di ogni persona.
Il Documento proclama il diritto alla vita, alla libertà
e sicurezza individuali, ad un trattamento di uguaglianza
dinanzi alla legge, senza discriminazioni di sorta, ad un
processo imparziale e pubblico, ad essere ritenuti innocenti
fino a prova contraria, alla libertà di movimento,
pensiero, coscienza e fede, alla libertà di opinione,
di espressione e di associazione.
Stabilisce inoltre che nessuno può essere fatto schiavo
o sottoposto a torture o a trattamento o punizioni crudeli,
disumani o degradanti e che nessuno dovrà essere arbitrariamente
arrestato, incarcerato o esiliato.
Sancisce anche che tutti hanno diritto ad avere una nazionalità,
a contrarre matrimonio, a possedere dei beni. a prendere parte
al governo del proprio paese, a lavorare, a ricevere un giusto
compenso per il lavoro prestato, a godere del riposo, a fruire
di tempo libero e di adeguate condizioni di vita e a ricevere
un'istruzione.
Contempla il diritto di chiunque a costituire un sindacato
o ad aderirvi e a richiedere asilo in caso di persecuzione.
Molti Paesi hanno compendiato i termini della Dichiarazione
entro la propria costituzione. Si tratta di una dichiarazione
di principi con un appello rivolto all'individuo singolo e
ad ogni organizzazione sociale al fine di promuovere e garantire
il rispetto per le libertà e i diritti che vi si definiscono.
Gli Stati membri delle Nazioni Unite non furono tenuti a ratificarla
(la dichiarazione non essendo di per sé vincolante),
sebbene l'appartenenza alle Nazioni Unite venga di norma considerata
un'accettazione implicita dei principi della Dichiarazione.
Va sottolineato che in base alla Carta delle Nazioni Unite
gli Stati membri s'impegnano ad intervenire individualmente
o congiuntamente, per promuovere il rispetto universale e
l'osservanza dei diritti dell'uomo e delle libertà
fondamentali. Questo è un obbligo di carattere legale.
La dichiarazione, poiché rappresenta un'indicazione
autorevole di che cosa siano i diritti umani e le libertà
fondamentali, sarà il primo Documento ad essere analizzato
nell'ambito del corso.
Gli studenti avranno la possibilità di esplorare i
contenuti della Dichiarazione attraverso un Picture Game.
La Convenzione sui diritti del Fanciullo rappresenta lo strumento
normativo internazionale più importante e completo
in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia.
Contempla l'intera gamma dei diritti e delle libertà
attribuiti anche agli adulti (diritti civili, politici, sociali,
economici, culturali). Tutela il diritto alla vita, nonché
il diritto alla salute e alla possibilità di beneficiare
del servizio sanitario, il diritto di esprimere la propria
opinione e ad essere informati.
I bambini hanno diritto al nome, tramite la registrazione
all'anagrafe subito dopo la nascita, nonché alla nazionalità,
hanno il diritto di avere un'istruzione, quello di giocare
e quello di essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento
e di abuso.
Costituisce uno strumento giuridico vincolante per gli Stati
che la ratificano, oltre ad offrire un quadro di riferimento
organico nel quale collocare tutti gli sforzi compiuti in
cinquant'anni a difesa dei diritti dei bambini.
La Convenzione è stata approvata dall'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed
è entrata in vigore il 2 settembre 1990.
L'Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991 con
la legge n. 176 e a tutt'oggi 193 Stati, un numero addirittura
superiore a quello degli Stati membri dell'ONU, sono parte
della Convenzione.
In quanto dotata di valenza obbligatoria e vincolante, la
Convenzione del 1989, obbliga gli Stati che l'hanno ratificata
a uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione
e ad attuare tutti i provvedimenti necessari ad assistere
i genitori e le istituzioni nell'adempimento dei loro obblighi
nei confronti dei minori.
Di fondamentale importanza è il meccanismo di monitoraggio
previsto dall'art. 44: tutti gli Stati sono infatti sottoposti
all'obbligo di presentare al Comitato dei Diritti dell'Infanzia,
un rapporto periodico (a 2 anni dalla ratifica e, in seguito,
ogni 5 anni) sull'attuazione, nel loro rispettivo territorio,
dei diritti previsti dalla Convenzione.
Secondo la definizione della Convenzione sono "bambini"
(il termine inglese "children", in realtà,
andrebbe tradotto in "bambini e adolescenti") gli
individui di età inferiore ai 18 anni il cui interesse
deve essere tenuto in primaria considerazione in ogni circostanza.
Considerata dunque l'età media del target group scelto,
appare opportuno presentare un'analisi approfondita del novero
dei diritti rivolti ai protagonisti stessi dell'attività
formativa, attraverso una discussione guidata che utilizza
il metodo della classificazione "a diamante" relativa
alle c.d. "Carte delle Affermazioni".
Gli ultimi due moduli saranno incentrati sull'analisi di
alcuni diritti fondamentali già inquadrati nei primi
incontri, ma le attività proposte, che si avvarranno
sempre della peer education, seguiranno un taglio differente.
Verrà introdotto, infatti, il gioco di ruolo dal vivo
(Live Action Role-playing) come lavoro di gruppo in grado
di veicolare sia la discussione che la costruzione del consenso
in relazione alle tematiche affrontate.
Il terzo modulo verterà sulla Protezione dell'Ambiente
e lo Sviluppo sostenibile.
L'interrelazione tra la problematica ambientale e la tutela
dei diritti umani muove dal principio per il quale il valore
della vita si estende anche a ciò che lo circonda:
proteggere l'uomo significa proteggere anche l'ambiente di
cui è parte.
È innegabile che l'impatto delle crisi ecologiche investa
l'uomo in ogni sua dimensione: l'ambiente può condizionare
il libero sviluppo della personalità dell'individuo,
incidendo sia sulla sua dignità che sulla sua stessa
esistenza. Gli effetti nocivi dell'inquinamento pervadono
sempre più la vita quotidiana di tutte le popolazioni
del mondo e ne minano la qualità della vita. Proprio
per non compromette la possibilità delle future generazioni
di perdurare nello sviluppo, preservando la qualità
e la quantità del patrimonio e delle riserve naturali,
oggi si parla di sviluppo sostenibile. Esso persegue appunto
l'obiettivo di contemperare sia lo sviluppo economico che
la protezione degli ecosistemi, operando quindi in regime
di equilibrio ambientale.
Numerosi documenti a carattere internazionale trattano delle
tematiche di protezione ambientale.
È opinione diffusa che i Documenti ONU, sebbene non
vi si ritrovi un riferimento esplicito al c.d. diritto all'ambiente,
ne contengano i "prodromi". La DUDU, con gli annessi
Patti internazionali sui diritti economici, sociali e culturali
e quello sui diritti civili e politici, è certamente
uno di questi: viene sottolineata la comune rilevanza tra
tutela della persona e tutela dell'ambiente in più
punti, ma nessuno affronta nello specifico la problematica.
Si darà conto, nel corso dell'introduzione alle tematiche
ambientali, dei seguenti documenti:
- Conferenza di Stoccolma sull'ambiente del 1972
- Carta Africana sui diritti umani e dei popoli del 1981
- Carta della Natura del 1982
- Convenzione americana sui diritti umani del 1988
- La dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo
- Ksentini Report predisposto in seno alla Commission on
Human Rights dell'ONU del 1994, e annesso progetto della
Dichiarazione di principi per i diritti umani e l'ambiente.
"La caccia alla balena" sarà il gioco di
ruolo assegnato per indagare la conflittualità tra
i diritti allo sviluppo, alla vita culturale e la protezione
dell'ambiente.
L'ultimo modulo avrà per oggetto l'analisi di l'impatto
ed il ruolo di Internet, nell'ambito della promozione dei
diritti umani, la globalizzazione delle informazioni rispetto
al diritto alla privacy e alla libertà di espressione
ed il digital divide.
Internet è dotato di un enorme potenziale democratico,
grazie alla enormi possibilità fornite dall'accesso
globale alla Rete. La vocazione democratica di Internet sembrerebbe
trovare conferma anche nella crescita impetuosa, senza precedenti
nella storia dei media, che ne ha contraddistinto la diffusione.
Questo mito della "Rete egualitaria" è stato
alimentato anche dall'associazione alle caratteristiche di
inclusione ed apertura in grado di colmare le distanze geografiche
e sociali tra le persone.
In realtà oggi, oltre ad esaltare l'accessibilità
delle informazioni e la facilità di interscambio (che
ha fortemente agevolato anche l'operato degli attivisti in
diritti umani), si dovrebbe anche considerare l'impatto del
fenomeno denominato Digital Divide.
Per divario digitale, detto anche DD, si intende il dislivello
esistente tra chi può accedere alle nuove tecnologie
(Internet, PC) presenti nel mondo, e chi non può farlo
per motivi diversi come reddito insufficiente, analfabetizzazione,
assenza di infrastrutture (come nel caso dei paesi in via
sviluppo).
Uno degli impedimenti, infatti, della Rete globale, è
rappresentato proprio dalle difficoltà di accesso,
che comportano il possesso di un computer e il pagamento del
servizio di connessione. Ciò significa che soltanto
chi può permettersi di sostenere queste spese ha accesso
all'incredibile mondo di informazioni che la Internet può
offrire. Ciononostante, il mondo telematico resta il mezzo
più utilizzato per veicolare comunicazione e informazione
in materia di diritti umani.
Attraverso le emails operatori umanitari, NGO e organizzazioni
governative coordinano le proprie azioni in modo economico
e semplice, permettendo agli utenti di avere sempre a disposizione
una vasta gamma di informazioni quasi in tempo reale. Potenzialmente,
proprio Internet è il mezzo in grado di raggiungere
il pubblico più bisognoso di tali informazioni.
La Rete consente:
- Azioni di coordinamento di interventi e scambio di contatti,
applications in diritti umani e altri strumenti per NGO
e attivitisti.
- La denuncia di violazioni dei diritti umani per darne
consapevolezza e conoscenza al grande pubblico attraverso
sia la costituzione di e-mail lists per diffondere press
releases, sia grazie alla costruzione di siti web per fornire
informazioni sempre aggiornate.
- Una maggiore facilità di accesso alle informazioni
per diffondere campagne, petizioni, catalizzare pressione
internazionale su temi caldi.
In un contesto dove le organizzazioni che operano nell'ambito
della tutela dei diritti umani si trovano a dover gestire
situazioni serie e problematiche, è di vitale importanza,
dunque, la promozione della libertà di espressione
nel rispetto della privacy come elemento entrale dello sviluppo
dell'informazione nella società.
La DUDU e la Convenzione Europea, così come altri accordi
internazionali in materia di diritti umani tutelano i diritti
alla libertà di espressione e di accesso all'informazione.
Questi documenti chiave tutelano esplicitamente la libertà
di espressione "senza riguardo a frontiere", una
espressione fortemente pertinente alla globalità di
Internet.
(DUDU, art 19; Patto diritti civili e politici, art.19; Convenzione
europea protezione diritti umani e libertà fondamentali,
art 10).
***
PRESENTAZIONE DEL CORSO
1° Incontro
22 gennaio 2008
EDUCARE ALLA CITTADINANZA EUROPEA E AI DIRITTI UMNI
Relazione di Apertura h 15,00-18,30
Preside Prof Anna Paola Tantucci-Presidente E.I.P Italia
Prof Elena Crachi -Formatrice Delegata E.I.P Provincia di
Salerno
I MODULO: Diritti Umani, Discriminazione/Xenofobia,
Media.
Livello 1
L'ATTIVITÀ: UN "PICTURE GAME"
Giochi con le immagini: cosa vedi in Pancho.
La lettura delle immagini è un'attività creativa
e divertente, che assume un valore notevole rispetto ai diritti
a cui si riferiscono. Questa capacità, che va appresa
e sviluppata al pari del saper riconoscere le lettere dell'alfabeto,
è riferita anche all'abilità di analisi ed interpretazione
del testo nella sua interezza. A volte un'immagine può
risultare molto più efficace e diretta di mille parole.
Pancho è l'illustratore del COMPASS, ha realizzato
le vignette del Manuale, ed ha curato, tra le altre cose,
l'elaborazione grafica della Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani del 10 dicembre 1948. La DUDU consta di 30 articoli,
ad ognuno dei quali corrisponde una vignetta che ne esplicita
il contenuto.
Obiettivi
Scopi dell'attività di formazione sono stati:
* la familiarizzazione dei partecipanti con gli strumenti
del diritto internazionale (Dichiarazioni, Convenzioni,
Patti) con particolare riferimento alla DUDU;
* l'acquisizione della coscienza e consapevolezza della
rilevanza e della continua interazione tra diritti umani
e la vita quotidiana;
* lo sviluppo ed il potenziamento della capacità
di lettura visiva, di ascolto e comunicazione nel gruppo.
Strategia
Considerato il target group (40-45 studenti), si analizzerà
il contenuto di quindici articoli, e dunque dei rispettivi
quindici Diritti, nell'ambito di workshops.
In plenaria si daranno brevi cenni sulla DUDU, senza entrare
nel merito del contenuto degli articoli analizzati, nonché
delle diverse generazioni di diritti umani. Al termine della
breve presentazione, la plenaria sarà divisa in sottogruppi,
composti di 4/5 studenti ognuno. Ai partecipanti sarà
consegnato, oltre alle vignette, il compendio della DUDU con
l'intitolazione dei singoli diritti contenuti negli articoli.
Ogni workshop analizzerà 3 vignette, dalle quali è
stato precedentemente rimosso il dialogo contenuto nei balloons.
Obiettivo primario del sottogruppo sarà quello di individuare
il collegamento tra l'immagine assegnata ed il diritto corrispondente,
in termini generali.
Dopo aver raggiunto il primo step, i partecipanti dovranno
attivarsi nella ri-elaborazione della vignetta: sarà
infatti richiesto loro di riempire il balloon con proprie
battute che tengano conto del diritto tutelato dall'articolo,
nell'adattamento grafico realizzato da Pancho.
Riporterò dunque l'operato dei singoli workshop in
plenaria, al termine dell'analisi degli articoli della DUDU,
descrivendo la vignetta di Pancho, il contenuto dell'articolo
che la stessa intendeva rappresentare, la ri-elaborazione
degli studenti e l'interazione che ha accompagnato il sottogruppo
durante l'attività in tutte le sue fasi.
Come peer educator introdurrò le tematiche oggetto
del corso e affiancherò i partecipanti con spunti di
riflessione e stimoli, senza interferire nelle dinamiche proprie
del gruppo. Collaborerò all'individuazione del contenuto
dell'articolo, promuovendo e veicolando un approccio di analisi
critico strutturato e ben motivato da parte degli studenti.
In particolare, una rappresentazione grafica che prescinde
dagli articoli della DUDU, relativa al rispetto dei diritti
umani tout court, si presterà ad una duttile e dinamica
varietà di interpretazioni, tutte esclusivo frutto
dell'elaborazione dei partecipanti.
Da esperienze di formazioni precedenti, è risultato
che gli studenti rispondono in modo efficace ed esaustivo
alle sollecitazioni nonché all'attività in generale,
fornendo interessanti suggerimenti ed elaborazioni originali,
riflesso del proprio percorso scolastico, sia personale che
curricolare.
II MODULO: Diritti Umani, Educazione, Bambini e ragazzi.
Livello 2
L'ATTIVITÀ: LE CARTE DELLE AFFERMAZIONI
Un bimbo senza coraggio è come un cielo senza stelle
L'attività utilizzerà il metodo della classificazione
"a diamante" allo scopo di promuovere la discussione
sulla Convenzione sui Diritti del Fanciullo, e in particolare
si affronteranno i temi:
* diritti umani fondamentali e i diritti specifici dei
bambini in virtù di questa Convenzione;
* diritti e responsabilità in virtù di questa
Convenzione;
* metodi per rivendicare questi diritti.
Diritti correlati:
* diritto a conoscere la propria famiglia e a vivere
con essa
* diritto alla protezione contro lo sfruttamento economico
* diritto ad un trattamento particolare in caso di procedimenti
giudiziari
Obiettivi:
* informare sulla Convenzione dei diritti del Fanciullo
* sviluppare l'abilità di analizzare le informazioni
ricevute e quella di rapportarle alla realtà quotidiana
* incoraggiare il senso di responsabilità, solidarietà,
giustizia ed eguaglianza
Strategia
Si forniranno brevi accenni sulla Convenzione, attraverso
una discussione mirata basata su un compendio che menzioni
il contenuto del Documento, passandone in rassegna i principali
articoli.
Si procederà, come di consueto, alla suddivisione in
gruppi di lavoro autonomi. Si distribuiranno, dunque, delle
Carte recanti Affermazioni legate ai diritti dei minori.
La selezione delle Affermazioni oggetto di studio riguarderà
argomenti che toccano di più i membri del gruppo, come
ad esempio i diritti c.d. "controversi", in modo
da stimolare una discussione interessante all'interno del
gruppo.
Dopo aver spiegato ai partecipanti la procedura della classificazione
"a diamante", i gruppi dovranno esaminare le 9 affermazioni
proposte loro e valutarne i collegamenti con la vita quotidiana.
Dovranno, in seguito, disporre le carte in ordine di importanza
in uno schema a diamante posizionando l'affermazione più
importante al vertice di un ipotetico diamante sul tavolo.
In seguito, sotto, collocheranno una affianco all'altra, le
due carte un po' meno importanti, poi, sotto queste, le tre
carte di minore importanza. La quarta linea sarà formata
da due carte e la quinta da una sola carta, quella meno importante.
Le carte così disposte riprodurranno la struttura di
un diamante. A questo punto gli studenti avranno del tempo
per discutere e decidere l'ordine delle carte. Quando tutti
i gruppi avranno terminato, i partecipanti potranno osservare
come gli altri gruppi hanno classificato le affermazioni.
Al termine della prima analisi si riuniscono tutti i partecipanti
in plenaria per il feedback.
Il momento del debriefing comincia proprio con la comparazione
delle diverse classificazioni approntate dai sottogruppi,
che certamente rispecchia la differente sensibilità
dei partecipanti. Dopo la presentazione dei risultati delle
discussioni negli workshop, infatti, si procede nell'analisi
tra similitudini e differenze nell'assegnazione delle priorità,
incoraggiando l'eventuale volontà di revisione dell'ordine
delle carte a seguito della discussione.
La riflessione successiva verterà infine sull'importanza
rappresentata dalla partecipazione ai processi democratici
come modo per far valere i propri diritti.
Attività a latere: Solo un minuto / Quiz il bingo
dei diritti.
III MODULO: Diritti umani, ambiente, globalizzazione.
Livello 4
L'ATTIVITÀ: LA CACCIA ALLE BALENE
Questa attività prevede il lavoro di gruppo, il gioco
di ruolo, discussione e costruzione del consenso relativamente
alle seguenti tematiche:
* l'uso sostenibile delle risorse marine
* il diritto dei popoli indigeni alla propria cultura e
al proprio sviluppo
Diritti correlati:
* diritto di partecipare alla vita culturale
* diritto dei popoli di disporre liberamente del proprio
ambiente naturale
* diritto allo sviluppo ed all'utilizzo delle risorse naturali
Obiettivi:
v indagare la conflittualità tra i vari diritti allo
sviluppo e alla vita culturale e la protezione dell'ambiente
* Il diritto di partecipare alla vita culturale
* Il dirittò dei popoli di disporre liberamente del
proprio ambiente naturale
* Il diritto allo sviluppo ed all'utilizzo delle risorse
naturali
* Indagare la conflittualità tra i diritti allo sviluppo
e alla vita
* Sviluppare competenze interculturali e riflettere sul
pregiudizio
* Sviluppare atteggiamenti di apertura mentale verso le
differenze culturali
Strategia
L'attività si svolgerà in due parti:
la prima parte prevede un'introduzione all'attività
e alle tematiche ambientali e culturali interessate. Si porrà
particolare attenzione all'ambiente ed ai diritti legati alla
cultura, con accenni ai relativi Documenti internazionali.
Il gioco di ruolo sarà incentrato sulla richiesta rivolta
dalla nazione Makah alla Commissione per la Caccia alle Balene
di riaprire la caccia alle balene e sull'opposizione a questa
richiesta da parte degli ambientalisti ed altri.
L'assegnazione delle parti attraverso la distribuzione di
schede recanti le caratteristiche dei ruoli, permetterà
ai partecipanti di prepararsi alla seconda parte dell'attività,
la simulazione vera e propria.
Il valore fondamentale che permetterà la mediazione
e l'interazione tra i ruoli si basa sull'assunto: "I
costumi e le usanze dei popoli devono essere rispettate fin
tanto che non sono in contrasto con i diritti umani".
La seconda parte relativa alla simulazione, vedrà
un incontro tra le parti in causa per discutere la richiesta
della tribù Makah alla Commissione per la Caccia alle
Balene (IWC) riguardo la riapertura della suddetta caccia.
Seguirà la discussione, il debriefing e la valutazione.
Ruoli:
- componenti tribù Makah;
- membri organizzazione CREST,
- Alta Alleanza Nordica,
- Pastori del Mare,
- Greanpeace.
La supervisione dell'attività sarà veicolata
come di consueto attraverso la peer education.
IV MODULO: Diritti umani, media e globalizzazione.
Livello 4
L'ATTIVITÀ: L'IMPATTO DI INTERNET
Quest'attività prevede discussioni in piccoli gruppi
e in plenaria per analizzare i seguenti temi:
* Il futuro di Internet e del "digital divide".
* L'utilizzo di Internet per la promozione dei diritti umani
Obiettivi:
* Stimolare la consapevolezza di ciò che Internet
e l'accesso "globale" alle informazioni comportano
* Sviluppare capacità di immaginazione e pensiero
critico
* Promuovere giustizia e solidarietà nei confronti
degli altri lavorando per promuovere i diritti umani
L'attività si svolge in tre parti:
la prima parte prevede un'introduzione all'attività
e alle tematiche relative all'informazione e all'utilizzo
di Internet, con particolare attenzione ai Documenti internazionali
che affrontano questi argomenti.
Sarà richiesta ai partecipanti l'elaborazione di una
valutazione relativa alle nuove tecnologie dell'informazione
e dell'impatto che provocano sulle nostre vite e sul lavoro
per i diritti umani. L'esperienza muoverà da una riflessione
relativa a vantaggi e svantaggi dell'utilizzo delle ICT.
Gli scenari saranno presentati in termini severi per polarizzare
le decisioni.
La seconda parte richiederà ai partecipanti di predire
l'impatto di Internet, con l'assegnazione dei profilo a base
ottimista, e pessimista.
La mediazione guidata dei gruppi avverrà attraverso
l'elaborazione di motivazioni tratte da spunti distribuiti
ai partecipanti, in modo da rendere più agevole l'argomentazione
tra le parti.
La terza fase cerca di elaborare una analisi su come Internet
possa essere usato per promuovere i diritti umani attraverso
un incontro simulato tra i rappresentanti di ONG attive nell'ambito
dei diritti umani, i profili ottimisti/pessimisti assegnati
in precedenza, ed i mediatori/osservatori esterni. Seguirà
la discussione, il debriefing e la valutazione
Ruoli:
Ottimisti, prospettive future sull'impatto di Internet
Pessimisti, prospettive future sull'impatto di Internet
ONG: Amnesty International
ONG: Derechos diritti umani
ONG: Human Rights Watch.
Il gioco di simulazione è molto articolato perché
prevede la rotazione della composizione dei sottogruppi per
ruolo ricoperto. La peer education permetterà la mediazione
e il corretto svolgimento della discussione che richiede particolare
attenzione alla distinzione tra impatto locale/globale, disparità
di accesso alle nuove tecnologie, e partecipazione democratica
all'elaborazione delle prospettive di ognuno.
V. MODULO SULLA DICHIARAZIONE DEI DIRITTI
UMANI ONU
IL MIO PAESE IDEALE
Definizione del problema
Dopo gli orrori dell'olocausto vari paesi del mondo si impegnarono
a redigere un documento che garantisse i diritti umani di
tutti i cittadini. Il 10 dicembre 1948 la Dichiarazione Mondiale
dei Diritti Dell'Uomo fu approvata dalle Nazioni Unite. Il
documento fu redatto da una commissione dei Diritti Umani
composta da 14 nazioni e sotto la presidenza di Eleanor Roosevelt.
La Dichiarazione rappresenta un compromesso tra le opinioni
di quello che era allora un mondo diviso (da una parte l'est
e dall'altra l'ovest). Dal 1948 quasi 200 nazioni hanno riconosciuto
il documento. Dalla sua approvazione, la Dichiarazione ha
inoltre influenzato innumerevoli costituzioni e leggi.
Malgrado l'importanza su scala mondiale, molte persone non
sono consapevoli della sua esistenza. Pochi ne conoscono il
contenuto ed un numero ancora minore ha riflettuto criticamente
sul documento stesso ed il suo contenuto (dopo tutto si tratta
di un compromesso).
Come indicato nella Dichiarazione, le violazioni dei diritti
umani sono all'ordine del giorno in tutti i paesi del mondo
ed a vari livelli: interpersonale, all'interno di istituzioni
e comunità, nell'ambito delle leggi e nei programmi
politici, ecc. Se il nostro obiettivo è quello di creare
un mondo nel quale i diritti umani vengano rispettati, è
importante che le generazioni più giovani imparino
che cosa sono i diritti umani, a riflettere criticamente su
di essi, come riconoscere la loro violazione, che relazione
esiste tra diritti e responsabilità e come gli individui
possono promuovere i diritti umani nella loro vita.
Durata del modulo: 3 ore,30
Obiettivi del modulo:
* Capire l'importanza dei diritti umani
* Approfondimento della Dichiarazione Mondiale dei Diritti
Umani
* Riflessione critica sulla Dichiarazione Mondiale dei Diritti
Umani
Materiali necessari: carta e penna, una copia della dichiarazione
mondiale dei diritti umani (disponibile su Internet), fogli
di carta molto grandi, pastelli o matite colorate, evidenziatori.
Attività
Un punto di partenza importante per quest' esercizio è
che gli studenti elaborino da soli i vari prodotti e che poi
li usino come base per la discussione. Il modulo si inserisce
perfettamente nelle lezioni di storia e di educazione civica.
Tra gli studenti nascerà facilmente una discussione
sui diritti umani, sulla loro violazione e sul problema della
responsabilità. Cio' permetterà di passare all'esercizio
successivo che richiede un certo numero di abilità.
Istruzioni
Agli studenti viene detto che le Nazioni Unite hanno appena
scoperto un gruppo di nuove isole e che ad ognuno di loro
è affidato il governo di un'isola.
Purtroppo le isole sono abitate, ed il loro primo compito
è quello di offrire agli abitanti una costituzione.
Questi provengono da vari paesi diversi e parlano lingue diverse.
Inoltre provengono da ambiti religiosi diversi o da gruppi
atei o agnostici.
Ogni studente redige una lista dei dieci diritti che ritiene
più importanti per gli abitanti dell'isola, e sceglie
un nome per la propria isola. Alla fine dell'esercizio si
simula una telefonata delle Nazioni Unite che comunica che,
in realtà, l'isola è una sola. L'insegnante
crea dei gruppi formati da 3-6 studenti che hanno il compito
di trovare un compromesso. A questo punto i gruppi ricevono
il compito dalle Nazioni Unite di fare quanto segue (a questo
stadio, ogni gruppo può nominare un facilitatore e/o
un segretario al suo interno per facilitare la discussione
e per riferire, successivamente, agli altri gruppi):
* Accordarsi sui cinque diritti più importanti
per gli abitanti dell'isola (cio' comportera' molte discussioni
dato che ogni persona ha elaborato una lista con dieci diritti).
* Accordarsi su quale sia il nome più appropriato
per l'isola. Il nome deve, in qualche modo, riflettere le
diversità degli abitanti dell'isola.
* Disegnare una bandiera per la propria nazione. Anche questa
deve riflettere le diversità degli abitanti dell'isola.
* Trovare una canzone per l' inno nazionale, che esprima
la natura della società che vive sull'isola.
Ogni gruppo presenta i cinque diritti che ritiene essere
i più importanti, mostra un grande disegno della bandiera
nazionale con il nome del paese, e canta il suo inno nazionale.
(Cantare può creare imbarazzo e difficoltà gli
adulti, ma per i bambini, il più delle volte, è
fonte di divertimento).
Discussione:
L'insegnante (o un ospite esperto in materia) parla della
storia della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e
spiega come il documento rappresentasse, nel periodo della
sua elaborazione, un compromesso. L'insegnante può
anche discutere dei Diritti del Bambino.
Azione:
Temi di Riflessione e di Discussione per il Lavoro di disseminazione
in Classe
* EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA E ALLA LEGALITA'
* EDUCAZIONE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE
* EDUCAZIONE ALL'INTERCULTURA
* EDUCAZIONE AI DIRITTI UMANI E ALLA PACE
A.. Appendere al muro la Dichiarazione dei Diritti Umani
delle Nazioni Unite e la Convenzione sui Diritti del Bambino.
Una copia in italiano della Dichiarazione dei Diritti Umani
e' disponibile alla fine della pagina nel sito:
http://www.splcenter.org/teachingtolerance/tt-index.html
Per la Convenzione sui Diritti del Bambino:
http://www.unicef.org/voy/meeting/rig/convsum.html
B. A questo punto, si può paragonare la lista dei diritti
compilata dai giovani e la Dichiarazione dei Diritti Umani
delle Nazioni Unite. Quali diritti non compaiono nella lista,
ma sono nella Dichiarazione? Ci sono diritti elencati dai
giovani che non sono presenti nella Dichiarazione? Ci sono
dei diritti che si contraddicono tra loro?
Con la Dichiarazione a portata di mano, i giovani possono
scegliere due diritti che secondo loro possono essere eliminati
o hanno bisogno di essere modificati radicalmente.
Con la lista da loro compilata a portata di mano, gli studenti
navigano su Internet e cercano altri documenti che garantiscano
i diritti umani per poi paragonare la propria lista con quelle
trovate on-line Gli studenti rileggono la lista da loro compilata
e discutono quali responsabilità verso gli altri sono
associate alla lista dei diritti da loro enumerati.
E.I.P Italia
Via Angelo Bellani 3-00153 Roma
Tel 06/58332203- Fax 06/5800561
sito www.eipitalia.it
Valentina Cinti
Delegata Nazionale Sezione Giovani
EIP Italia
Elena Crachi
Formatrice E.I.P Italia - Delegata E.I.P Provincia di Salerno
Anna Paola Tantucci
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